Diritto Del Lavoro, 2020

Tempo trascorso
-

1. In materia di durata settimanale dell'orario di lavoro, l'art. 4, comma 2, d.lgs. n. 66/2003:

fissa un limite alla durata media dell'orario di lavoro (48 ore per ogni periodo di 7 giorni), comprensivo delle ore di lavoro straordinario
fissa un limite alla durata media dell'orario di lavoro (48 ore per ogni periodo di 7 giorni), che può essere liberamente superato mediante il ricorso al lavoro straordinario
fissa un limite alla durata media dell'orario di lavoro (48 ore per ogni periodo di 7 giorni), comprensivo delle ore di straordinario, consentendo al datore di lavoro di superarlo per motivate esigenze tecniche, organizzative e produttive
Non so rispondere

2. Il limite delle 48 ore di durata media dell'orario di lavoro settimanale previsto dall'art. 4, d.lgs. n. 66/2003, va calcolato con riferimento:

ad un periodo non superiore ad un mese
ad un periodo non superiore a 4 mesi, elevabile dai contratti collettivi di lavoro fino a 6 mesi ovvero, a certe condizioni, fino a 12 mesi
ad un periodo mai superiore a 4 mesi
Non so rispondere

3. In materia di durata settimanale dell'orario di lavoro, l'art. 4, c. 5, d.lgs. n. 66 del 2003:

stabilisce un apposito obbligo di comunicazione alla Direzione provinciale del lavoro ogni qualvolta si faccia ricorso a lavoro straordinario.
non prevede alcun obbligo di comunicazione nel caso in cui vengano svolte prestazione di lavoro straordinario.
stabilisce un apposito obbligo di comunicazione alla Direzione provinciale del lavoro qualora in un'unità produttiva che occupi più di dieci dipendenti siano superate le 48 ore di lavoro settimanale, attraverso prestazioni di lavoro straordinario.
Non so rispondere

4. Nel nostro ordinamento, il limite generale al lavoro straordinario previsto dalla legge è di:

2 ore giornaliere e 80 trimestrali
2 ore giornaliere e 12 settimanali
250 ore annuali
Non so rispondere

5. In materia di riposo giornaliero, l'art. 7, d.lgs. n. 66/2003:

prevede il diritto del lavoratore a godere di 11 ore di riposo ogni 24 ore, da godere anche frazionatamene ogni qualvolta lo richieda il datore di lavoro
prevede il diritto del lavoratore a godere di 11 ore di riposo ogni 24 ore, ma questi può rinunziarvi in parte
prevede il diritto del lavoratore a godere di 11 ore di riposo consecutivo (fatte salve le attività caratterizzate da periodi di lavoro frazionati durante la giornata) ogni 24 ore
Non so rispondere

6. Ai sensi dell'art. 9, d.lgs. n. 66 del 2003, il riposo settimanale di 24 ore consecutive:

può essere concesso in qualsiasi giorno della settimana, ma - ove non coincida con la domenica - al lavoratore spetta una maggiorazione economica.
deve coincidere di regola con la domenica, fatte salve le eccezioni previste dalla legge.
deve sempre coincidere con la domenica.
Non so rispondere

7. Fermo restando il riposo settimanale e quello giornaliero, l'art. 8, d. lgs. n. 66/2003 prevede che il lavoratore ha diritto anche ad un intervallo per pausa:

le cui modalità e la cui durata sono fissate dal contratto collettivo, indipendentemente dalla durata giornaliera del lavoro
le cui modalità e la cui durata sono fissate dal contratto collettivo, ogni qualvolta l'orario giornaliero ecceda il limite di 6 ore
di 15 minuti ogni 6 ore
Non so rispondere

8. Le ferie annuali, ai sensi dell'art. 10, d.lgs. n. 66/2003, non possono avere una durata inferiore a quattro settimane:

ma ai contratti collettivi è consentito prevedere una durata minore
e non possono essere sostituite da un'indennità per ferie non godute, salvo il caso di risoluzione del rapporto di lavoro
ma i contratti collettivi possono prevedere siano sostituite dall'indennità per ferie non godute
Non so rispondere

9. Ai sensi dell'art. 10, d.lgs. n. 66/2003, delle quattro settimane di ferie stabilite dalla legge:

due settimane vanno godute consecutivamente, ove ne faccia richiesta il lavoratore, e nel corso dell'anno di maturazione, salvo diversa previsione della contrattazione collettiva
due settimane vanno sempre godute consecutivamente, nel corso dell'anno di maturazione
due settimane vanno godute nell'anno di maturazione
Non so rispondere

10. Ai sensi dell'art. 2109, c. 2, del codice civile, il tempo del godimento delle ferie annuali:

è stabilito dal datore di lavoro, tenuto conto dell'interesse dell'impresa e degli interessi del prestatore di lavoro
è stabilito dal datore di lavoro, tenuto conto dell'interesse dell'impresa e degli interessi del prestatore di lavoro; l'art. 2109 è peraltro da considerarsi abrogato dall'art. 10, d.lgs. n. 66/2003.
è stabilito dal datore di lavoro, tenuto conto dell'interesse dell'impresa e degli interessi del prestatore di lavoro; l'art. 2109 non è però applicabile al lavoro alle dipendenze delle P.A.
Non so rispondere

11. In materia di durata massima della giornata lavorativa, l'art. 36, c. 2, della Costituzione, prevede che:

il legislatore ordinario stabilisce la durata massima della giornata lavorativa
i contratti collettivi stabiliscono la durata massima della giornata lavorativa
il legislatore ordinario stabilisce la durata massima della settimana lavorativa e quella media della giornata lavorativa
Non so rispondere

12. In materia di lavoro notturno, l'art. 11, d.lgs. n. 66/2003:

prevede l'obbligo per tutti i lavoratori di svolgere lavoro notturno (salvo le donne, dall'accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino)
elenca le ipotesi in cui è vietata l'adibizione al lavoro notturno e quelle in cui il lavoratore non è obbligato a prestarlo; prevede, inoltre che i contratti collettivi stabiliscano i requisiti di altri lavoratori esclusi dall'obbligo
prevede la possibilità per tutti i lavoratori di rifiutare lo svolgimento del lavoro notturno, ove esso non sia conciliabile con le proprie esigenze familiari
Non so rispondere

13. In materia di riposo giornaliero, l'art. 17, d.lgs. n. 66/2003 consente ai contratti collettivi di prevedere una durata inferiore alle 11 ore:

a condizione che ai prestatori di lavoro siano accordate le 24 ore di riposo settimanale, di cui all'art. 9, d.lgs. n. 66/2003
nei casi in cui comprovate esigenze produttive, organizzative e tecniche lo richiedano
a condizione che ai prestatori di lavoro siano accordati periodi equivalenti di riposo compensativo o, in casi eccezionali in cui ciò non sia possibile per ragioni oggettive, a condizione che sia loro accordata una protezione appropriata
Non so rispondere

14. La nuova disciplina dell'orario di lavoro prevista dal d.lgs. n. 66/2003 si applica:

ai datori di lavoro privati e pubblici che occupino più di dieci dipendenti nella singola unità produttiva
ai soli datori di lavoro privati
a tutti i datori di lavoro privati e pubblici, fatte salve le eccezioni previste dall'art. 2, d.lgs. n. 66/2003
Non so rispondere

15. A norma dell'art. 2103 c.c., il prestatore di lavoro privato deve essere adibito:

alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore successivamente acquisita, ovvero a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte, senza alcuna diminuzione della retribuzione
alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore successivamente acquisita, ovvero a mansioni considerate equivalenti dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati dall'impresa
alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore successivamente acquisita, ovvero a mansioni analoghe della stessa categoria, senza alcuna diminuzione della retribuzione
Non so rispondere

16. Ai sensi dell'art. 52, d.lgs. n. 165/2001, l'esercizio di fatto di mansioni non corrispondenti alla qualifica di appartenenza:

non ha effetto ai fini dell'inquadramento del lavoratore o dell'assegnazione di incarichi di direzione
ha effetto ai fini dell'inquadramento del lavoratore, ma non ai fini dell'assegnazione di incarichi di direzione
ha effetto ai fini dell'inquadramento del lavoratore nonché ai fini dell'assegnazione di incarichi di direzione
Non so rispondere

17. A norma dell'art. 2103 c.c., l'assegnazione di mansioni superiori ad un proprio dipendente da parte di un datore di lavoro privato diviene definitiva:

ove la medesima non abbia avuto luogo per sostituzione del lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto, dopo un periodo fissato dai contratti collettivi, e comunque non superiore a tre mesi
dopo un periodo di tre mesi o quello superiore previsto dai contratti collettivi
dopo un periodo fissato dai contratti collettivi, e comunque superiore a tre mesi
Non so rispondere

18. Ai sensi dell'art. 52, c. 2, lett. a), d.lgs. n. 165/2001, il prestatore di lavoro pubblico, per obiettive esigenze di servizio, può essere adibito a mansioni superiori, nel caso di vacanza di posto in organico:

per non più di sei mesi, prorogabili a dodici per esigenze eccezionali
per non più di sei mesi, prorogabili fino a dodici qualora siano state avviate le procedure per la copertura dei posti vacanti
per non più di tre mesi, prorogabili a sei qualora siano state avviate le procedure per la copertura dei posti vacanti
Non so rispondere

19. Ai sensi dell'art. 52, c. 2, lett. b), d.lgs. n. 165/2001, il prestatore di lavoro pubblico, per obiettive esigenze di servizio, può essere adibito a mansioni superiori nel caso di sostituzione di altro dipendente assente con diritto alla conservazione del posto, per la durata dell'assenza:

con esclusione dell'assenza per mandato parlamentare
con esclusione dell'assenza per ferie
con esclusione dell'assenza per grave infortunio
Non so rispondere

20. Ai sensi dell'art. 52, c. 3, d.lgs. n. 165/2001, nel lavoro pubblico si considera svolgimento di mansioni superiori:

l'attribuzione in modo prevalente, sotto il profilo qualitativo, dei compiti propri di dette mansioni.
l'attribuzione in modo prevalente, sotto il profilo qualitativo, quantitativo e temporale, dei compiti propri di dette mansioni.
l'attribuzione in modo prevalente, sotto il profilo temporale, dei compiti propri di dette mansioni
Non so rispondere

21. Ai sensi dell'art. 52, c. 4, d. lgs. n. 165/2001, il prestatore di lavoro pubblico che sia legittimamente adibito a mansioni superiori:

ha diritto ad una indennità stabilita dai contratti collettivi nazionali di lavoro, per il periodo di effettiva prestazione
ha diritto ad una maggiorazione pari al 10 % del trattamento economico in godimento, per il periodo di effettiva prestazione
ha diritto al trattamento previsto per la qualifica superiore, per il periodo di effettiva prestazione.
Non so rispondere

22. Il trasferimento del prestatore di lavoro può essere disposto dal datore di lavoro privato, ai sensi dell'art. 2103 c.c.:

per motivi disciplinari
sempre
per comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive
Non so rispondere

23. A norma dell'art. 22 della legge n. 300/1970, il trasferimento del dirigente sindacale può essere disposto:

solo con il consenso dei lavoratori iscritti al sindacato
solo con il consenso del lavoratore
solo previo nulla osta delle associazioni sindacali di appartenenza
Non so rispondere

24. Nei contratti nazionali di comparto, i sistemi di classificazione del personale sono articolati in:

posizioni economiche.
livelli di inquadramento.
categorie e/o aree.
Non so rispondere

25. La progressione verticale, e, quindi, il passaggio ad una fascia funzionale superiore, secondo la giurisprudenza della Corte costituzionale (ad es. Corte cost. n. 194/2002):

comporta l'accesso ad un nuovo posto di lavoro corrispondente a funzioni più elevate ed è soggetta, pertanto, quale figura di reclutamento, alla regola del pubblico concorso
attiene ad una vicenda modificativa del rapporto di lavoro, di regola senza novazione del medesimo, cui la p.a. attende con le capacità e i poteri del datore di lavoro
consiste in una mera progressione economica
Non so rispondere

26. Le posizioni organizzative sono:

incarichi a tempo indeterminato conferiti a dipendenti con qualifiche apicali
incarichi a tempo determinato, rinnovabili, conferiti a dipendenti con qualifiche apicali
incarichi dirigenziali
Non so rispondere

27. Ai sensi dell'art. 5 della legge n. 53/2000, per "congedo per la formazione" si intende:

solo quello finalizzato al completamento della scuola dell'obbligo o al conseguimento del titolo di studio di secondo grado
solo quello finalizzato al completamento della scuola dell'obbligo
quello finalizzato al completamento della scuola dell'obbligo, al conseguimento del titolo di studio di secondo grado, del diploma universitario o di laurea, alla partecipazione ad attività formative diverse da quelle poste in essere o finanziate dal datore di lavoro
Non so rispondere

28. A norma dell'art. 2, lett. e), d. lgs. n. 151/2001 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità) per lavoratrice o lavoratore si intendono, salvo che non sia altrimenti specificato:

i dipendenti, compresi quelli con contratto di apprendistato, di amministrazioni pubbliche, di privati datori di lavoro nonché i soci lavoratori di cooperative
i dipendenti, compresi quelli con contratto di apprendistato, di privati datori di lavoro nonché i soci lavoratori di cooperative
i dipendenti di amministrazioni pubbliche e di privati datori di lavoro
Non so rispondere

29. A norma dell'art. 16, d. lgs. n. 151/2001 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità) è vietato adibire al lavoro le donne:

a) durante i due mesi precedenti la data presunta del parto, salvo quanto previsto all'articolo 20; b) ove il parto avvenga oltre tale data, per il periodo intercorrente tra la data presunta e la data effettiva del parto;c) durante i tre mesi dopo il parto (salvo quanto previsto all'art. 20);d) durante gli ulteriori giorni non goduti prima del parto, qualora il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta (tali giorni sono aggiunti al periodo di congedo di maternità dopo il parto)
a) durante i tre mesi precedenti la data del parto; b) durante i due mesi dopo il parto
a) durante i tre mesi precedenti la data presunta del parto; b) durante i due mesi dopo il parto, salvo quanto previsto all'art. 20;c) durante gli ulteriori giorni non goduti prima del parto, qualora il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta (tali giorni sono aggiunti al periodo di congedo di maternità dopo il parto)
Non so rispondere

30. A norma dell'art. 2, lett. b), d. lgs. n. 151/2001 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità) per "congedo di paternità" si intende:

l'astensione dal lavoro del lavoratore, fruito in alternativa al congedo di maternità
l'astensione dal lavoro del lavoratore, fruito contemporaneamente al congedo di maternità
l'astensione dal lavoro del lavoratore fruita nel corso della gravidanza della madre del nascituro
Non so rispondere
Al termine del quiz è presente la valutazione finale con risposte corrette/errate